qua ci metterò i miei pensieri appena mi passano per la testa!
----------------------------------------------------aggiornato il 6/8/25
persone varie che leggete il mio blog, ciao
Che dire... Alla fine quelli della serie degli 883 non mi hanno chiamato.
Luglio è stato abbastanza piatto, tranne forse per due giorni. Uno era il tredici luglio, l'altro era il trenta.
il tredici era un domenica, e proprio quel giorno avevo deciso di prendere e farmi un giretto a Torino, giusto perché non sapevo cosa fare. La mattina sono partita praticamente prestissimo, tanto che per strada non c'era una macchina. prendo il treno e mi accorgo che fa freddo. ma tanto freddo. quindi metto su una felpa, e subito la mia mente torna sulle sponde della Sprea, o anche sotto la torre della televisione in Alexanderplatz, quelle volte lì sono le uniche in cui ho usato una felpa in piena estate. comunque, una volta arrivata a Torino porta nuova (anche se le uniche porte che ho visto non sembravano tanto nuove) esco dalla stazione e giro a caso, alla ricerca della Mole antonelliana. Non sono riuscita a trovarla, andando a sentimento, ma comunque ho trovato qualcosa come 7 telefoni pubblici, di cui 2 funzionanti ma che non accettavano le monete. Ho scattato altrettante foto con la kia macchina fotografica. Dopo un po' mi arrendo e decido quindi di affidarmi a gùgol maps, oltre a quasi cadere in tentazione per prendere quei dannati monopattini elettrici del cazzo a cui devi dare la carta d'identità, la carta di credito, indirizzo e codice fiscale solo per fare due chilometri e fermarsi in mezzo alla strada. Camina cammina, passo di fianco all'università di Torino e noto con felicità che c'è una viva comunità trans che ha lasciato il segno sui muri con scritte tipo: "rabbia trans" o "la polizia è complice di femminicidi". Girando l'angolo, finalmente arrivo in via Verdi, non 16, ma 14. In poche parole, gli studi RAI. Con quel design rimasto invariato dagli anni 50 e nell'edificio di fianco, il murales dedicato a Piero Angela, che mi ricordo conduceva superquark quand'ero piccola, ma ha anche condotto altrettante trasmissioni, fin dai tempi della tv monocromatica. Faccio qualche foto e proseguo. poco più avanti trovo il 15 di via Verdi, e trovo tipo il museo della radio e della televisione. Potete immaginare la mia gioia. Quindi chiedo alla guarda se era l'entrata del museo e se dovevo pagare qualcosa. Quella era l'entrata e non dovevo pagare niente. molta gioia. parlo un po', dico che la radio mi piace et cetera fino a quando questo signore, sulla sessantina con una polo rossa, viene fuori e conversa con me. Scopro che non eranientaltro che il presidente dell'AIRE e curatore della mostra. Gli do' la dovuta stretta di mano e gli dico che coleziono radio anch'io ma che purtroppo scarsegga lo spazio, ho un trasmettitore AM e che sono riuscita a far funzionare un bigrigio (il telefpono fisso con la rotella) come un telefono mobile, ma che se avessi le batterie sarei anche capace di renderlo a tutti gli effetti un telefono mobile. E lui ha apprezzato. Finalmente entro e mi trovo diversi televisori a schermo piatto sintonizzati sui vari canali RAI e sul pavimento il monoscopio, cioè la schermata con le righe di tutti i colori che c'era alla fine di ogni giornata di trasmissioni. Subito di fianco, l'albero azzurro con Dodò, o almeno la marionetta senza vita di Dodò. Subito lì davanti, il tavolo di Milo Cotogno con la melevisione in sé, il costume di Lupo Lucio, una sorta di macchina che sembra quella delle cicche americane nei film ma della Melevisione e il costume di strega Varana con il suo calderone. Sapete, la mia bambina interiore si è un po' emozionata. Essendo io cresciuta a cavallo tra 2000 e 2010 quelle due serie sono state capisaldi della mia infanzia, ho ancora qualche vago ricordo di quando rai yoyo era raisat. Oppure di quando sul 45 per un certo periodo davano cartoni e non era di proprietà di mediaset. Erano proprio tempi diversi.
però torniamo ad adesso. La visita iniziava alla mia destra, e dopo un piccolo corridoio mi trovo in questa sala piena di cose, da un lato cose riguardo la radio e l'altro tutto sulla tv. La prima sezione era sugli eserimenti con le onde radio, poi un po' di Marconi e purtroppo anche qua ci troviamo le radio di epoca fascista, che ancora adesso mi stupisco sono riuscite a sopravvivere alla furia partigiana e all'avanzata amercana. se c'è una cosa che gli americani avrebbero dovuto fare era bombardare i palazzi di governo e cancellare ogni segno del fascismo, non bombardare chiese e ponti. Ma si sa, anche ai tempi c'era la destra in america, come tutt'ora, per cui...
dopo questa ci sono anche le radio del dopoguerra, tra cui anche quella del mulino bianco. lì di fronte, alcune telecamere e affianco a quelle alcuni microfoni. mi sono messa davanti ad una telecamera a quattro obbiettivi, e devo dire... mi ha fatto un po' strano. insomma, sembrava di avere puntati addosso quattro occhi. boh. faccio la foto e qualche passo più avanti ci sono dei divanetti, pieni di persone, e qualche televisore, da quelli in bianco e nero fino agli shcermi piatti moderni. Stavano mandando in onda il crollo del muro di Berlino. all'uscita di questa sala trovo un'altra telecamera, attaccata ad una mivar, in funzione. E volete che non ci faccia una foto?
finalmente fuori dalla sala, trovo un mini studio televisivo e un microfono (a nastro). provo a parlarci ed effettivamente funziona. Il sunto di ciò: carina come cosa, la rifarei.
torno in strada e vado a vedere il museo del cinema, purtroppo non trovo niente di nuovo lì, per cui niente descrizione. all'ora di pranzo prendo il bus per il lingotto e mangio da kfc. poco lontano dalla ex fabbrica di macchine torinese c'è la mia prossima meta, il museo dell'auto. Non è la prima volta che vado lì, ma lo stesso mi è capiato qualcosa di interessante. ero tipo in una delle prime sale con in mano la mia macchina fotografica alla ricerca di qualche macchina degna di foto, e mentre stavo cercando il punto giusto per una qualche macchina anni 20, un'altra macchina, proprio affianco a me, mi fissa con i suoi fanali giganti. io la noto, mi fa un po' senso e le faccio una foto, è come se fosse riuscita a farmi vedere la sua faccia. dopo quella, riesco a trovare le facce anche di ogni altra macchina, almeno fino a quelle anni 80. però veramente, mi faceva quasi pietà come mi guardava quella macchina. Forse perchè ha fatto da Parigi a Pechino, ma non lo so. Al museo trovo anche una delle mie macchine da sogno, la Trabant. Esatto. l'unica macchina che non arrugginisce e che ha il motore di una vespa. Non sapete quanto la volevo, ora però i miei gusti sono cambiati e preferisco la panda (che purtroppo non ho trovato al museo, cosa alquanto strana...). appena l'ho vista ho iniziato a girargli intorno come una mosca, è proprio come l'ho vista al museo della DDR a Berlino. Poi il resto del museo era un po' come l'ho visto nel 2022. Uscita dal museo mi accorgo che piove a secchiate, mi perdo un attimo di spirito, poi prendo l'ombrello e mi metto ad imprecare. Arrivo a casa che avevo scarpe e pantaloni zuppi.
INTERMEZZO
sapete che dovevo salire il sabato dopo la mia ultima entry nel blog? Ecco, alla fine è andata male, la persona che un tempo mi piaceva non c'era, la mia amica stava più col suo ragazzo che con gli altri (che avevano in un modo o nell'altro un partner) e ad un certo punto della serata un altra mia amica mi ha parcheggiato a casa di un mio amico assieme ad altri ragazzini. l'audacia... questa non la caccio giù.
FINE INTERMEZZO
Genova! Da due anni a questa parte patria delle uscite fuoriporta dei nostri quattro ragazzi. non è cambiata tanto da quando l'ho vista l'ultima volta nel 2023. piazza Caricamento ha ancora le stesse macchine parcheggiate e di fianco l'acquario, ma lì vicino sono riuscita a trovare un vero e proprio cimelio: un telefono pubblico da cui posso telefonare. Infatti, appena trovata questa postazione al riparo dalla folla diretta verso est, sollevo la cornetta e sento il segnale di linea libera, inserisco 50 centesimi e chiamo mia madre. sento che è riuscito a fare una connessione, e poco dopo sento la voce di mia mamma. Miracolo! se avessi la possibilità di acquistare quel telefono lo farei. niente, dopo quello faccio praticamente come dan nel capitolo uno di FFA2 e mi metto a girare a zonzo per i budelli di Genova. Trovo un panificio. Subito torna la voce di Dan:"[...] e una ciabatta." e Abba:"Ma Dan! col pane siao apposto!" e Dan, mannatto, dalla sua tasca estrae una pantofola. Quella è forse una delle cose di cui sono più fiera di essere autrice. dopo un po' arrivo davanti al palazzo della regione, e trovo la fontana. Guardando dentro non trovo monetine come mi aspettavo. che dire, Giulia e gli altri hanno fatto piazza pulita 26 anni fa. poi decido di andare a mangiare da qualche parte e dopo aver trovato diverse cabine telefoniche, mi sembra che più mi inoltro nei budelli, più mi sembra di aver già ripercorso quelle strade, anche se è forse la prima volta in vita mia che le faccia. Ritorno al porto vecchio, trovo un burger king (i burghy li hanno chiusi nel 2006) e dopo una mangiata parto alla volta dell'acquario. nel caso non lo sapeste, io ADORO gli squali, e quindi vederne un paio da vicino mi ha reso molto felice. Fun fact: Euforia (il personaggio self insert della sottoscritta) è uno squalo nutrice. l'unico squalo nutrice che ho visto era accucciato in un angolo dell'acquario, lontano dagli altri, e giuro che in vita mia non mi sono così sentita attaccata ad un animale così tanto. poi vabbè, ho visto i delfini, tra cui anche Luna, che in quest'ultimo periodo mi accorgo essere uno dei nomi più diffusi nella comunità trans. ci sono tipo tre ragazze trans che conosco (tra le cinque totali) che hanno questo nome.
per il resto era pieno di bambini che porca troia continuavano ad urlare e mi davano molto fastidio.
fuori dall'acquario decido che sì, facciamo anche il Galata. e qua non è che sia cambiato tanto dall'ultima volta in cui ci sono entrata, ma almeno ho avuto l'occasione di vedere Cristoforo Colombo in carne e ossa (no, in realtà è stato cremato e ora è in un'ampolla vicino al suo quadro).
e niente, al ritorno assisto ad un furto (con il ladro seduto letteralmente di fianco a me) e aiuto una famiglia del sud a trovare l'areoporto.
Nella prossima entry: VACANZA IN GRECIA. NON SAPETE DA QUANTO ASPETTO QUESTO MOMENTO.
siate liberi.
-euforia