qua ci metterò i miei pensieri appena mi passano per la testa!
----------------------------------------------------aggiornato il 9/10/25
persone varie che leggete il mio blog, ciao
in questo ultimo mese sono tornata a scuola, e come si sa, scuola è sinonimo di dolore, pene e miseria.
infatti, tempo una settimana ed ecco ritornati i miei pensieri suicidi in pompa magna. i miei compagni non mi sono mancati affatto e la mia nuova prof di matematica è un orripilante eco di quella che era la mia prof della stessa materia alle medie. striminzita, un po' rugosa, con i capelli grigi... e lo stesso sadico bisogno di investirci di esercizi. una volta al mio compagno di classe hanno tolto la corrente a casa sua e di conseguenza non ha potuto studiare, ha provato a dirlo alla prf più volte ma l'unica cosa capcace di dire lei era "nonèuna scusa valida". ecco, quel sentimento... una cosa antica, che non sentivo dalle elementari, rabbia per il trattamento ingiusto dei miei compagni. vediamo se ce la fai a venire a svuola con un tir in faccia... lasciamo stare.
in questo periodo ho iniziato ad andare dalla psicologa, per confermare la mia diagnosi di disforia di genere. non so esattamente che percorso stiamo facendo, ma per qualche motivo sento che stiamo sempre parlando di cose completamente estranee al motivo principale per cui vengo da lei, la prossima volta che ho un suo incontro dovrei pararlene. ogni tanto, quando le dico le cose si mette a ridere. vi riporto uno scambio di battute:
P: "ci sarà un qualcosa da condividere con i tuoi compagni..."
io: "La classe".
P: ride
o certe volte ride anche in momenti in cui sono serissima. boh...
sto iniziando a pensare che forse avrei bisogno di qualcuno con cui sfogarmi, o fare qualcosa per sfogarmi...
ho partecipato anche a delle proteste di portata storica: quelle del 22/9 e del 3/10. il 22 era lunedì e pioveva a dirotto. il punto di ritrovo era la stazione, dove puntualmente trovo un'esigua folla con una bella bandiera palestinese ben in mostra. se non erano quelli quelli che protestavano, io sono mike bongiorno. trovo i soliti signori dei vari partiti comunisti che fanno volantinaggio e come mia consuetudine, prendo ogni volantino. la protesta, anche sotto l'acqua, si è fatta strada per Pavia, prendendo rotonda dopo rotonda tutto ciò che bastasse a far fermare, seppur momentaneamente, l'economia. ricordo di aver fatto un tratto in compagnia di due ragazze col velo, una era del Copernico e si ricordava del polipo lanciato da quelli della sua scuola verso i cardanici. però una persona avevo particolarmente in mente, una ragazza con cui ho lavorato nella biblioteca della mia scuola questo maggio. non posso dire il nome per ovvi motivi, ma ricordo che avesse dei parenti in Palestina, allora non le ho chiesto altro a riguardo della situazione, anche se in qualche modo volevo farle capire che ero dalla sua parte. per il resto è una persona simpaticissima, socievole ed una lavoratrice instancabile. io, lei ed un'altra sua amcia abbiamo fatto un record di 70 libri in un'ora, ricordo ancora i segni che avevo sulla mano fatti con la penna per contarli.
torniamo al 22. a metà mattinata ha smesso di piovere e con la pioggia se n'è anche andata la mia voce. ho urlato veramente tanto. torno a casa a mezzogiorno e qualcosa.
il tre ottobre, invece, era una bella giornata, faceva un bel freddo ma almeno c'era il sole. arrivata sempre davanti alla stazione, la folla era più popolosa della volta scorsa e ho notato anche delle persone con una bandiera cubana. non ho ben capito cosa ci fecero lì, ma la loro preseza era sensata, essendo cuba di fatto uno stato comunista. mi sono portata dietro una fotocamera per fare le foto, se necessarie. inaspettatamente trovo una mia amica conosciuta ad un fridays for the future di quest'anno, mi sembra quello dell'11 aprile. ci salutiamo, mi presenta altre sue amiche e finalmente il corteo si muove. Dopo averle perse e recuperate più volte, all'altezza della minerva ci guardiamo indietro per vedere quanta strada il resto della folla stesse occupando (folla che, tra l'altro, è cresciuta di numero) e noto una signora col velo con un passeggino. su di esso c'è un bambino addormentato e un cartello che recita "meno meloni più angurie". volevo fargli la foto però non ho avutoil coraggio di chiedere il permesso alla signora. guardando invece avanti, un gruppo di ragazze si stava truccando. cosa logica, chiedo se appena finito possano farmi la bandiera palestinese sulla guancia. una volta fatta, ringrazio e il corteo scende in viale della libertà. lì ebbi il privilegio di conosceree uno studente universitario che è stato a ben molte più proteste di me e che, informazione ricevuta solo dopo, era di fridays ofr the future. aveva i capelli come me, forse più corti e chiari. ci ha chiesto se volessimo dare una mano con i volantini e senza esitare noi quattro rispondemmo di sì. Una volta arrivati alla rotonda che da sul ponte dell'impero, questo ragazzo dice "RAGA, SUL PONTE!" e subito parte del corteo si piazza all'inizio del ponte, bloccando una già lunga fila di macchine. una signora è scesa dalla macchina e ha rivolto lo sguardo al cielo. anche qua, scatto qualche foto poi si ritorna nel corteo, che si stava dirigendo verso il ponte vecchio. in quella strada il ragazzo mi ha fatto provare la bartola (il berretto comunista) ed ho imparato qualche nuovo coro da protesta. dopo l'entrata di Bardelli, inizia il locandinaggio, con scotch e tanta fretta abbiamo attaccato quanti più poster e bandiere palestinesi possibili. mentre accadeva ciò, la mia fotocamera si è fatta occhio attraverso il cui una parte di storia, seppur in un posto piccolo come la mia città, può essere rivista da chi si trovi in possesso del mio pc. preso il ponte vecchio, proseguiamo su per strada nuova, la digos a momenti ci becca e ci disperdiamo. ci riuniamo all'università, parla un ragazzo di rivoluzione comunista e gli faccio la foto. poi parlano un altro paio di persone, dicono che l'università fa accordi con israele e portiamo la protesta al suo interno. ci fermiamo all'aula del 400. io e il miogruppo ci sediamo su un marciapiede a far riposare le ginocchia, mentre davanti a noi una bandiera palestinese gigante veniva legata alle inferriate secolari da quello che potrei definire un fricchettone odierno, con conseguente esulto da parte della folla che non stava nell'aula primacitata.
questo lunedì, tornata a scuola, il mio solito compagno di classe mi dice che protestare è inutile. inutile lo sarai tu.
sentite... io vado a lavarmi poi vado a letto, che sono le dieci e mezza e non mi sono fatta neanche lo zaino.
siate liberi.
-euforia